ELEZIONI: BATOSTA BIPOLARE
Avvertenze
A) Il titolo trova la sua ragion d’essere non solo nel noto malcostume dei politicanti italioti, che, la sera delle elezioni, si dichiarano tutti vincitori, ma anche, e soprattutto, nel rispecchiare e rispettare la verità.
B) Chiunque pensi che, essendo 6 decisamente maggiore di 2, ogni ragionamento sulle ultime Elezioni Regionali è perfettamente superfluo, può tranquillamente lasciare questo sito e collegarsi, a scelta, con Emilio Fede o con Vittorio Feltri.
1) PER VINCERE: L’IMPORTANTE È NON PARTECIPARE [2]
Questo è l’insegnamento delle Elezioni Regionali del 28-29 Marzo 2010, visto che solo gli Astenuti sono aumentati in percentuale ed in numeri reali.
A) I fatti nudi e crudi.
Rispetto ad un anno fa, coloro che neppure si sono recati al seggio sono aumentati del 6,4% e di 1.628.264 nuovi seguaci; si è giunti, così, al 36,4% ed a 14.854.452 non votanti.
Pertanto, dei 40.831.569 elettori iniziali sono rimasti 25.977.117 votanti, che, però, non hanno tutti espresso un voto valido, cosicché, considerando le schede bianche e nulle, 1.141.587, si arriva al 39,1% ed a 15.996.039 non votanti; conseguentemente, il numero dei voti validamente espressi si riduce a 24.835.530.
B) Le considerazioni.
Quale che sia il giudizio che ognuno di noi può dare di tutto ciò, è indubbio che l’Astensionismo è diventato un fenomeno di massa.
Questo dato è indiscutibile e reale per tutti, tranne che per i politicanti di entrambi gli schieramenti ed i “massmediatici” di ogni risma, i quali, vivendo grazie alla politica, continuano, imperturbabili, a muoversi nella realtà virtuale, che molto sapientemente hanno creato, dei vari salotti, televisivi e non; come diceva la Nonna:
“Vigna finché dura …”.
D’altra parte, affermava Upton Sinclair:
“È difficile far capire qualcosa a una persona il cui stipendio dipende dalla sua capacità di non capirla”.
2) I (MAL)DESTRI SCONFITTI
PDL
A) I fatti nudi e crudi.
Il PDL ha ottenuto 7.054.255 voti, conteggiando, secondo le indicazioni di Mannheimer, le liste di sostegno ai vari cosiddetti Governatori, corrispondenti al 31,4% dei votanti ed al 16,6% degli elettori.
Questo significa anche che solo un elettore su sei ha votato per questo Partito, che, nelle Europee dello scorso anno, (ed è un raffronto più favorevole rispetto a quello con le Politiche del 2008), aveva 9.144.012 voti ed il 35,3%, cosicché ha perso 2.089.757 voti ed il 3,9%.
B) Le considerazioni.
Perdere, da parte di Berlusconi, oltre 2.000.000 di voti nell’arco di un anno, avendo messo a tacere nell’ultimo mese di campagna elettorale i rari disturbatori del “con-ducente” ed avendo imperversato nell’ultima settimana in ogni mass media, è un’impresa che non era riuscita neppure all’”indimenticabile” Veltroni.
L’esser riuscito a far passare questa sconfitta come una vittoria è dipeso da alcuni fattori:
– l’enorme potere (di fuoco) massmediatico, talmente noto da non dover perder tempo ad illustrarlo;
– la subalternità anche della stampa (cosiddetta) avversaria; a puro titolo esemplificativo: c’è stato uno scalzacane di giornalista, che ha fatto presente che il Grand’Uomo, che ha raccolto un così misero consenso, fosse pure quello del 31,4%, è lo stesso che si vantava, solo qualche mese fa, di avere la fiducia del 67% degli Italiani?
– la pulsione autodistruttiva della (sedicente) opposizione, che ha concelebrato la “vittoria”, invece di mettere in risalto i dati di cui sopra e di chiarire che il Presidente del Consiglio “più amato dagli Italiani” era dovuto andare, come un forsennato, in ogni mass media a mendicare, con il cappello in mano, i voti necessari, per rimandare, per lo meno, la fine di Craxi?
Un nostro amico, noto estremista, sostiene che, in realtà, non si tratti di pulsione autodistruttiva, bensì di intelligenza con il nemico.
– Tuttavia, un noto politologo, altro nostro amico, (sì, ne abbiamo molti; d’altra parte, pure la schizofrenia ha i suoi vantaggi), afferma che questo è impossibile, perché l’attuale opposizione manca della materia prima necessaria per l’operazione di cui sopra: l’intelligenza, appunto.
A nostro avviso, invece, l’opposizione non può sbattere in faccia a Berlusconi i dati reali, perché equivarrebbe a tagliare il ramo su cui anch’essa è seduta: un meccanismo elettorale, che di democratico ha (ancora) l’apparenza.
Invece, tutti coloro che, in questi due anni, si sono opposti realmente al Berlusconismo [3], trovano, in questi 2 milioni ed oltre di voti perduti, la conferma che la lotta produce risultati, pur se questi non sono visibili il giorno successivo allo sciopero, al corteo, al presidio, al dibattito, al volantinaggio, a cui si è preso parte.
Questo dato diviene ancor più pregnante ed evidente se si pensa che queste lotte, da quella quasi mitica delle donne e degli uomini della Val di Susa a quella dell’ultimo manipolo di precari, saliti sul tetto dello stabilimento x, sono state tutte rigorosamente oscurate dai mass media.
A titolo puramente esemplificativo: perfino il TG3 è stato capace, in tutti i giorni precedenti, sia di NON comunicare che i COBAS avevano indetto lo sciopero nazionale della Scuola per il 12 Marzo 2010, sia, molto conseguentemente, di non parlarne neppure a manifestazione avvenuta; lo stesso comportamento è stato adottato, evidentemente per onorare il proprio nome, da Il Fatto Quotidiano.
Così, in presenza della crisi più spaventosa dal 1929, nonché delle macerie nel centro de L’Aquila ad un anno dal terremoto, il Bel Paese, per i mass media, vive in assoluta e beata tranquillità, mentre è sufficiente ricordare come sia mancato poco che dei rifiuti nelle strade di Napoli fosse investito il Consiglio di sicurezza dell’ONU.
In compenso, l’Onnipotente, se si dimentica, (anche Lui ha i Suoi miliardi di anni), di pagare il Sabato, paga il Lunedì dei risultati elettorali.
Lega Nord
A) I fatti nudi e crudi.
La Lega Nord ha ottenuto 2.749.874 voti, corrispondenti al 12,3% dei votanti ed al 6,7% degli elettori; pertanto, solo un elettore su quindici ha votato per il Partito bossiano.
Alle Europee del 2009, la Lega Nord aveva preso 2.926.870 voti e l’11,3%; pertanto, ha guadagnato l’1%, in virtù del massiccio incremento dell’Astensionismo, ma ha perso 176.996 voti.
B) Le considerazioni.
Indubbiamente, il Partito di Bossi è stato quello che, nella disfatta generale, ha tenuto meglio le posizioni; di questo, però, si è trattato, cioè di una tenuta, non di quella smagliante vittoria, per individuare la quale i mass media hanno dovuto far ricorso alla loro inesauribile creatività, visto che neppure un Tenente fresco di nomina oserebbe parlare di travolgente avanzata nel momento in cui il suo reparto è costretto ad arretrare di un chilometro e 769 metri.
Lasciamo, comunque, la stampa in preda ai suoi deliri e la Lega ai fumi dell’…acqua del Dio Po, peraltro in procinto di essere abiurato dai Suoi seguaci, presi dalla fregola di lasciare il Carroccio lombardo, per salire sul molto più confortevole carro di Santa Romana Chiesa, come, del resto, ha fatto ogni dittatore, o aspirante tale, che si rispetti.
Pure in questo caso, l’elemento su cui riflettere è che la presunta egemonia culturale (!) della Lega Nord non esiste e che il razzismo, la xenofobia, le ossessive chiamate alle armi, metaforiche e reali, contro gli immigrati e contro qualsiasi “anormale”, reo di disturbare la pubblica quiete, non solo non allargano la sfera del consenso, ma, sia pure di (troppo) poco, la riducono; peraltro, il cosmico e comico fallimento delle “Ronde Padane” era già stato un importante segnale in questa direzione.
Pertanto, le battaglie contro i mostri di cui sopra, generati, come di consueto, dal sonno della Ragione, vanno continuate, avendo in più la consapevolezza che noi Italiani, pur non essendo quella “brava gente” di cui ancora si favoleggia, non siamo neppure così carogne come ci dipingono coloro che hanno tutto l’interesse a che questa profezia si autorealizzi.
Nel congedarci dai (Mal)Destri, un ultimo dato reale: sommando i 7.054.255 Pidiellini ed i 2.749.874 Leghisti, si giunge a 9.804.129 persone, che equivalgono a meno di un terzo dei votanti ed a meno di un quarto degli elettori; insomma, i (Mal)Destri sono semplicemente la minoranza più numerosa, oltre che quella più numerosa, tra tutte quelle presenti sull’italico suolo.
3) I CENTROSINISTRI SCONFITTI
Partito Democratico
A) I fatti nudi e crudi.
Il Partito Democratico ha ottenuto 6.138.902 voti, corrispondenti al 27,4 dei votanti ed al 15% degli elettori; pertanto, solo un elettore su sette ha votato per questa formazione politica.
Alle Europee, il Partito Democratico aveva preso 6.880.630 voti ed il 26,6%, cosicché ha guadagnato, sempre in virtù dell’Astensionismo, lo 0,8%, ma ha perso 741.728 voti.
B) Le considerazioni.
Senz’altro è fondato quanto sostiene Leonardo Mazzei e cioè che ha molta più ragione il pragmatico Bersani nell’affermare che non si è trattato di un disastro, come sostengono molti illustri autolesionisti del PD, peraltro, spesso coincidenti con coloro che si erano creati grandi illusioni alla vigilia delle elezioni, sognando un crollo epocale del PDL.
Comunque, è risultato evidente che il combattere Berlusconi esclusivamente a suon di scandali non è più sufficiente, sia perché, da Marrazzo in avanti, il PD partecipa egregiamente a “Tutto lo scandalo giorno per giorno”, sia perché aver permesso a Bassolino di rimanere “Governatore” della Campania, l’aver candidato De Luca e l’aver ricandidato Loiero ha tolto ogni credibilità alla “diversità” del suddetto Partito.
Soprattutto, è indubitabile che la totale assenza di concrete proposte economiche e sociali, nel momento in cui non solo i lavoratori disoccupati, ma anche i piccoli imprenditori in crisi si suicidano, impedisce sia di capitalizzare il profondo malcontento e la protesta delle/dei cittadine/i, sia di calamitarne la fiducia.
D’altra parte, un Partito che ha introiettato la risibile, oltre che delinquenziale, pretesa del Neoliberismo di essere l’ultimo ed intrascendibile orizzonte dell’Umanità, è necessitato a balbettare nel momento in cui si parla di come uscire realmente dalla mortifera crisi creata dal Neoliberismo stesso.
Pertanto, questa volta, non è riuscito il “giochino” del 2006, quando, dopo che quinquennali proteste sindacali e sociali di ogni tipo avevano messo a nudo il ”Reuccio di Arcore”, fu sufficiente passare alla cassa e prendervi quanto altri vi avevano versato, grazie a lotte da cui il PD si era “responsabilmente” astenuto, a cominciare da Genova.
Italia dei Valori
A) I fatti nudi e crudi.
L’Italia dei Valori ha ottenuto 1.564.786 voti, corrispondenti al 7% dei votanti ed al 4% scarso degli elettori; pertanto, solo un elettore su 25 ha votato per Di Pietro.
Alle Europee, l’Italia dei Valori aveva preso 2.021.492 voti ed il 7,8%; pertanto, ha perso 456.706 voti e lo 0,8%.
B) Le considerazioni.
Probabilmente, una parte, sia pur non cospicua, di questi voti è andata al Movimento 5 stelle, che, presentatosi per la prima volta e solo in cinque regioni, ha preso 389.504 voti e l’1,7%.
Sicuramente, ha pesato la scelta di appoggiare De Luca in Campania, mentre una parte dei sostenitori del 2009 ha preferito, questa volta, astenersi, non vedendo più in Di Pietro un leader totalmente fuori e contro il “Palazzo”.
Infine, l’incalzare della crisi economica e l’incapacità anche dei Dipietristi di proporre delle soluzioni reali hanno contribuito al loro insuccesso.
4) I CENTRISTI NÉ C’ENTRANO, NÉ CENTRANO
Unione di Centro
A) I fatti nudi e crudi.
L’Unione di Centro ha ottenuto 1.247.830 voti, corrispondenti al 5,6% dei votanti ed al 3% lievemente abbondante degli elettori; pertanto, solo un elettore su trentatré ha votato per il Partito di Casini.
Alle Europee, l’Unione di Centro aveva preso 1.612.666 voti ed il 6,2%; pertanto, ha perso 364.836 voti e lo 0,6%.
B) Le considerazioni.
Abitando in un luogo estremamente periferico, non siamo sufficientemente esperti del Centro, cosicché ci limitiamo ad avanzare un’ipotesi: l’UDC ha praticato la politica dei “tre forni” (con il PDL, con il PD, da sola), ma questa scelta può aver disorientato una parte dell’elettorato, che, temendo di non trovare il pane di suo gradimento, ha preferito rimanere a casa.
5) I SINISTRATI SCONFITTI
A) I fatti nudi e crudi.
Quella che, per comodità, definiamo come Sinistra ha ottenuto 1.435.322 voti, corrispondenti al 6,4% dei votanti ed al 3,5% degli elettori (sotto la precedente definizione di Sinistra abbiamo raggruppato: la Federazione della Sinistra (Rifondazione Comunista, Sinistra Europea, Comunisti Italiani) e Sinistra ecologia e libertà); pertanto, solo un elettore su ventinove ha votato per queste forze politiche.
Alle Europee, le stesse avevano preso 1.727.405 voti ed il 6,7%; pertanto, hanno perso 292.083 voti e lo 0,3%.
B) Le considerazioni.
È evidente che dalle macerie del terremoto, che rase pressoché al suolo le varie formazioni della Sinistra alle Elezioni Politiche del 2008, non è riemerso alcunché di credibile né agli occhi dell’elettorato in genere, né di quello che fu il corpo militante ed il bacino elettorale di quei Partiti.
Le cause principali, a nostro avviso, sono le seguenti:
– la mancanza, pure in questo caso, di una proposta realistica con cui le masse popolari potrebbero, per lo meno, difendersi dagli attacchi, che, quotidianamente, vengono sferrati al loro tenore di vita;
– l’assenza sostanziale, a parte il lavoro di singoli e lodevoli militanti, di queste forze politiche dalle lotte in corso.
A titolo esemplificativo: nella Scuola, che è il settore che conosciamo meglio, non è percepibile in maniera significativa né la Federazione della Sinistra, né Sinistra ecologia e libertà, come, del resto, era avvenuto sia nell’epoca della Moratti, sia in quella di Fioroni.
Pure il Vendolismo va collocato nella sua giusta dimensione:
– se il Centrodestra non fosse stato preso, in questo caso, da una pulsione suicida ed avesse stretto un’alleanza con Poli Bortone, Vendola avrebbe visto la poltrona di “Governatore” della Puglia dall’altra sponda dell’Adriatico;
– il successo, indubbio, in termini di consensi personali, di Vendola non ha, comunque, condotto Sinistra ecologia e libertà ad una crescita sul piano nazionale, dove, anzi, è scesa dal 3,2% del 2009 al 3% del 2010.
Tutto questo, naturalmente, non ci risparmierà, nei prossimi mesi, fors’anche anni, dall’alluvione massmediatica del Vendola-pensiero, visto che Egli si è magistralmente proposto come il degno sostituto dell’ex Pifferaio magico Fausto Bertinotti e si presenta come l’ispirato e lungamente atteso nuovo affabulatore [4] del Popolo della Sinistra, che attende il Grande Capo, capace di farlo uscire dalle riserve in cui il Lungo Coltello, che risiede ad Arcore, l’ha iniquamente confinato; augh.
6) TUTTI GLI ALTRI PARTECIPANTI
A) I fatti nudi e crudi.
Movimento 5 stelle 389.504 voti ed 1,7%;
MPA-La Destra 385.220 voti ed 1,7%;
Pannella-Bonino 123.896 voti e 0,6%;
ADC 117.431 voti e 0,5%;
API 112082 voti e 0,5%;
Altri Centrodestra 516.015 voti e 2,3%;
Altri Centrosinistra 298.673 voti ed 1,3%;
Altri 156.416 voti e 0,7%.
B) Le considerazioni.
In questo caso, ci limitiamo a svelare “al colto pubblico ed all’inclita/alla gloriosa guarnigione” l’arcano, che si cela dietro il “geroglifico” API.
Si tratta dell’Alleanza Per l’Italia, di cui la Penisola tutta ed anche le isole sentivano un inenarrabile bisogno; questa formazione politica è stata costituita, a spron battuto, da uno dei maggiori, quindi incompreso, leader del Paese: Francesco Rutelli, che, così, è riuscito a smentire uno dei primi slogan pubblicitari di successo:
“Con Api (la benzina) si vola”, mentre Lui è rimasto, come di consueto, al palo.
7) TIRIAMO LE CONCLUSIONI [5]
Naturalmente, i Padroni del vapore: Confindustria, Banca d’Italia e Vaticano, nonché i loro dipendenti: leader politici dei vari schieramenti, Direttori dei giornali e decisori vari sanno benissimo come siano andate realmente le elezioni e quanto la loro legittimazione a (s)governare questo malcapitato Paese sia stata fortemente compromessa dal 40% (39,1%) di non votanti.
Sanno ugualmente che questo dato, di per sé già preoccupante, potrebbe diventare dirompente in presenza di una crisi economica come l’attuale, che dietro l’angolo fa intravedere la sagoma della Grecia.
Se fossimo dei pessimisti, ipotizzeremmo, una volta tanto in maniera sintetica, uno scenario siffatto, per l’“Oscuro futuro” [6]: ulteriore peggioramento delle condizioni di vita dei 4/5 della popolazione, aumento di ogni forma di repressione, drastico ridimensionamento degli spazi democratici.
Essendo, però, dei realisti e tenendo conto di quanto Loro si affannino per trovare un accordo sulle cosiddette riforme istituzionali, per ora, in attesa di altri più sostanziosi, facciamo nostro uno dei detti della Nonna:
“Consiglio di volpi, stricamento di galline”.
*Valerio Bruschini è un docente umbro del Cobas scuola
valerio.bruschini@gmail.com
NOTE
[1] “In verità, in verità, vi diciamo …” che, per la terza volta in due anni, abbiamo ceduto alle Sirene del voto, poiché l’idea di un Consiglio Regionale senza Oliviero Dottorini (IdV) ci ha quasi terrorizzato e si è rivelata più forte del “richiamo della foresta”, che aveva sempre funzionato dal 1996 al 2008, traducendosi nell’annullamento della scheda elettorale.
Un nostro amico ha spiegato questa debolezza nella maniera più semplice: “Non c’è due senza tre”.
Un altro, invece, ha sostenuto che smettere, dopo che si è ripreso a votare, è ancor più difficile della prima volta.
Un altro ancora, infine, ha affermato che, essendo prevedibile la vittoria degli Astensionisti, la nostra inveterata propensione, (che data dalla Guerra di Troia), ad essere dalla parte degli sconfitti ci ha indotto a votare.
Ci è sembrato, comunque, doveroso nei confronti della/del lettrice/lettore chiarire come ci siamo comportati in questa occasione.
[2] Cogliamo l’occasione per ringraziare Rivoluzione Democratica, che ha svolto quel lavoro di raccolta dei dati, compresi quelli relativi alle schede bianche e nulle, che avrebbe dovuto fare il Ministero degli Interni, mentre fino al 6 Aprile 2010 i suddetti dati non erano rintracciabili né nel sito del Ministero, né in quelli dei cosiddetti principali quotidiani di informazione.
Ringraziamo, altresì, Leonardo Mazzei per la brillante analisi dei risultati elettorali, che molto ci ha ispirati e che consigliamo di leggere in: http://www.campoantimperialista.it.
[3] Chiariamo, per l’ennesima volta, che per noi l’individuo Berlusconi è del tutto irrilevante; pertanto, con il termine Berlusconismo ci riferiamo al sistema di potere, che in lui si incarna e che costituisce una delle due versioni del Neoliberismo in salsa italiana.
[4] Fino a questo momento, abbiamo avuto la “fortuna” di ascoltare Vendola soltanto due volte, eppure abbiamo avuto modo di udire la parola racconto ben cinque volte, cosicché riteniamo che questo termine abbia un ruolo centrale nel Vendola-pensiero e che ci ossessionerà nei prossimi tempi.
[5] Abbiamo evidenziato anche questo titolo con lo stampatello, in modo che la/il lettrice/lettore avessero il tempo per mettersi al riparo.
[6] Puccini Giacomo, Manon Lescaut, Atto secondo, p.79, Casa Ricordi, Milano, 1998.