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CHE SUCCEDE ORA DENTRO SYRIZA? di Checchino Antonini*

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[ 5 marzo ]

Contro la firma degli accordi tra l’Eurogruppo e il governo Tsipras, si era immediatamente levata la voce di Manolis Glezos: “Tra oppressori e oppressi non può esserci alcun compromesso, come tra lo schiavo e l’occupante, dove l’unica soluzione è la libertà…Ma anche se accettiamo questa assurdità, le concessioni già fatte dai precedenti governi del memorandum non ci permetteranno di combattere la disoccupazione, la povertà, i suicidi da crisi”.

Era solo la prima avvisaglia della ribellione dentro SYRIZA.
La sinistra interna di Syriza raccoglie il 41,5% di consensi con una mozione che boccia l’accordo con l’Eurogruppo. 
 [nella foto uno dei leader della sinistra di Syriza, Panagiotis Lafazanis]
68 voti a favore, 92 contrari e 5 schede bianche. Respinto con questi numeri dal comitato centrale di Syriza l’emendamento critico con l’accordo tra i creditori dell’Eurogruppo e il governo greco. Il documento è stato presentato dalla Piattaforma di Sinistra interna a SYRIZA durante il Comitato Centrale che s’è svolto ad Atene tra sabato e domenica.

L’emendamento è critico sia del contratto di estensione del prestito internazionale che dell’elenco delle riforme che la Grecia s’è impegnata ad attuare. 

«Esprimiamo il nostro disaccordo nei confronti dell’accordo e della lista delle riforme concordate con l’Eurogruppo. Entrambi i testi rappresentano un compromesso inaccettabile per il nostro Paese e si muovono in una direzione e sono basati su orientamenti che, nei loro punti essenziali, si allontanano o sono in contrasto con gli impegni programmatici di SYRIZA. Nel futuro immediato, SYRIZA, nonostante gli accordi con l’Eurogruppo, dovrebbe prendere l’iniziativa di attuare costantemente e in via prioritaria i suoi impegni e il contenuto della dichiarazione programmatica di governo. Per proseguire su questa strada, dobbiamo affidarci sulle lotte popolari e dei lavoratori, contribuire alla loro rivitalizzazione, perseguendo la continua espansione del sostegno popolare per resistere a qualsiasi forma di ricatto e per promuovere la prospettiva di un piano alternativo, per ottenere la piena realizzazione dei nostri obiettivi radicali. La principale conclusione degli ultimi sviluppi è la necessità, che è di importanza decisiva per il corso che seguiremo, che ogni decisione venga adottata in seguito a una discussione nelle istanze dirigenti del partito che devono, insieme a tutte le istanze di base, sviluppare a pieno le proprie funzioni e giocare un ruolo chiave nel nuovo corso progressista del nostro paese».

L’opposizione della Piattaforma di Sinistra per l’accordo non è una grande sorpresa. L’emendamento non è stato approvato ma ha ottenuto 68 voti favorevoli (pari al 41,2 %), quindi significa che oltre ai/alle componenti della Piattaforma di Sinistra è stato votato da altr* della Corrente di Sinistra interna alla maggioranza guidata da Tsipras, come i rappresentanti dell’Organizzazione Comunista di Grecia (KOE guidata da Rudi Rinaldi) e quelli del gruppo legato a Yannis Milios, capo del dipartimento economico del partito e finora molto vicino all’ex segretario. La Piattaforma di Sinistra —di cui fa anche parte il Red Network, di cui DEA (Sinistra internazionale dei lavoratori) è la maggiore organizzazione—, dispone di 60 componenti su un numero complessivo di 200, pari al 30,5% dei voti congressuali.

Il leader della sinistra interna, e ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis, è stato critico sulla trattativa e ha fatto dichiarazioni pubbliche in contrasto con i pareri formulati da altri ministri, in particolare per quanto riguarda le privatizzazioni. Mentre il governo si è impegnato a continuarle, Lafazanis ha promesso di fermare tutte le privatizzazioni nel settore dell’energia. Nell’emendamento si legge che il governo, “nonostante gli accordi all’Eurogruppo deve procedere sulla base di politiche che avranno quale priorità principale l’attuazione stabile delle promesse pre-elettorali e le dichiarazioni politiche del governo”.

Il partigiano Manolis Glezos

La marcia indietro è stata già innestata da Lafazanis sulla privatizzazione del 66% dell’operatore della rete elettrica Admie, su cui avevano manifestato interesse l’italiana Terna e la cinese Sgcc. Una mossa che ha irritato Berlino che chiede ad Atene di «non dare segnali contrari fra loro». A sovrintendere su tutte le privatizzazioni è comunque Varoufakis. Ma l’uscita di Lafazanis, già prima del comitato centrale, è la spia dei malesseri interni al partito.

Da parte sua, il primo ministro greco Tsipras ha accusato i governi di Spagna e Portogallo (che quest’anno terranno le elezioni politiche) di aver lavorato contro nel corso delle negoziazioni in Europa dello scorso 20 febbraio con la complicità dell’opposizione greca. Parlando al comitato centrale del partito Syriza, secondo quanto riportato dai media greci, Tsipras ha rilevato come ci fosse «un asse guidato da Spagna e Portogallo che per ovvie ragioni politiche ha cercato di portare l’intero negoziato alla rovina» e il governo di Atene «alla resa incondizionata prima che il nostro lavoro porti i suoi frutti e l’esempio della Grecia investa gli altri paesi». 

(…)
Dall’Eurogruppo arrivano minacce continue: il governo greco non deve pensare che la cosiddetta «costruttiva ambiguità» dell’accordo per il prolungamento del programma di aiuti di cui si parla ad Atene significhi che nei prossimi quattro mesi non dovrà accadere nulla. Così batte l’agenzia del Sole24ore, Radiocor, legata a Confindustria. Occorre al contrario applicare il programma prima della conclusione del negoziato sul nuovo programma. La preoccupazione in molte capitali e alla Commissione europea è che la Grecia possa trovarsi nel giro di poche settimane senza soldi e non essere di conseguenza in grado di far fronte ai pagamenti di marzo per 4,3 miliardi di cui 1,4 miliardi al Fondo monetario internazionale. La tensione sul caso Grecia quindi non diminuisce né l’attenzione popolare internazionale per l’inedita esperienza di governo che potrebbe inceppare per sempre la macchina della paura e dell’austerity.
Il nuovo segretario di SYRIZA: Tasos Koronakis

Infine va segnalato che c’è un nuovo segretario di Syriza: in sostituzione di Alexis Tsipras, è stato eletto con una maggioranza molto risicata. A favore di Tassos Koronakis hanno votato solo 102 membri del Comitato Centrale su un totale di 199. A favore di Alekos Kalyvis, candidato della Piattaforma di Sinistra, hanno votato 64 componenti dell’organo di direzione mentre altri 32 si sono astenuti. Nella votazione per eleggere gli 11 membri della segreteria politica la componente che fa capo a Tsipras ha ottenuto 110 voti (6 rappresentanti), la Piattaforma di Sinistra 63 (4 rappresentanti), l’area che fa riferimento al Koe 21 voti (1 rappresentante). 


La nuova segreteria politica di Syriza è così composta: Nasos Iliopoulos, Alekos Kalyvis, Panos Lamprou, Stathis Leoutsakos, Yannis Bournous, Antonis Davanelos, Sofie Papadogianni, Christoforos Papadopoulos, Panagiotis Rigas, Rudi Rinaldi e Rania Svigou».

* Fonte: Popoff

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