I PERACOTTARI di Moreno Pasquinelli
La brusca svolta politica seguita alla caduta del governo Draghi e la conseguente corsa (truccata) verso le elezioni anticipate, al netto degli aspetti tragicomici, è destinata a produrre ulteriore instabilità politica. La Seconda Repubblica bipolare, uccisa dalla rivolta populista passiva del 4 marzo 2018, non risorgerà il 25 settembre. L’eventuale governo del blocco delle destre liberiste non avrà vita facile. Dovendo far fronte all’aggravarsi della crisi economica ed a pericolose tensioni sociali, potrà galleggiare solo se godrà del sostegno dei poteri forti sovranazionali, i quali glielo forniranno a condizione che esso, mentre ubbidisce loro, dimostrerà di saper addomesticare le masse e, se serve, di soffocare ogni rivolta.
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La corsa truccata verso le elezioni anticipate, tra i suoi effetti collaterali, ha visto scattare un’isterica e divisiva gara parallela, quella a presentare liste elettorali da parte dei partitini dell’opposizione extra-parlamentare. La situazione è sbalorditiva, ogni giorno che passa, nonostante difficoltà insormontabili dettate dai tempi strettissimi, scappa fuori qualche mitomane che annuncia di partecipare alla corsa elettorale. Quanti sono i raggruppamenti “anti-sistema” che prenderanno parte alla competizione? Si è perso il conto. Chi ci legge conosce il giudizio severo che abbiamo dato di questa scellerata e suicida divisione.[1] I guasti che essa provocherà saranno profondi, tanto più se, come è altamente probabile, questi raggruppamenti si sfracelleranno davanti al muro del 3%. Siccome ogni raggruppamento si è costituito come accrocchio di scopo, ovvero per ottenere successo elettorale, il fiasco li manderà velocemente in pezzi. Come ogni sconfitta essa produrrà un doppio effetto: rimpinguerà le file dell’esercito già numeroso degli scoraggiati, dei depressi e dei disertori, dissanguando quindi le pattuglie dei guerrieri, complicando le cose anche per chi non ha avuto responsabilità per la guerra fratricida. A rigor di logica i responsabili della sconfitta, i “generali” i quali, ognuno a suo modo, hanno impedito di unire le forze in vista della difficile battaglia elettorale, dovrebbero pagarla, accettare di farsi da parte. Ma la logica in politica è geometria di potenza, rapporti di forza: nessuno sconta una pena se non v’è chi può emettere ed eseguire la condanna.
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Troppo tardi, oramai, per questi “generali”, fare marcia indietro. Nella frenesia elettoralistica, anzi, stanno aggravando i loro errori. Assistiamo così a divorzi tra gerarchi di partito e ideologi di riferimento — vedi la lite Toscano-Fusaro; vengono proclamati nomi e simboli poi modificati, smentiti e rimpiazzati; annunciati in pompa magna accordi per poi essere smentiti a stretto giro —vedi il caso Italexit-Alternativa e prima ancora Uniti per la Costituzione-Alternativa; pubblicizzate candidature poi ritirate — vedi il caso della Francesca Donato con ISP; strombazzati patti della durata di un mattino. Robe da veri e propri peracottari…
L’impazienza di partecipare alla corsa (truccata), certo, ma tanta, tanta stupidità politica — e forse anche il Diavolo che ci ha messo lo zampino. Non è solo per la fretta che si possono giustificare numerose candidature farlocche, figure improbabili, in alcuni casi vergognose. Ci sono dietro un metodo politico cencellaro, ovvero una concezione (sporca e opportunistica) della politica. Così ci spieghiamo la rivolta che serpeggia, anzitutto, tra le file di Italexit e IS — decine di attivisti mortificati e trattati come facchini e portatori d’acqua (con le orecchie), che quindi si separano dai loro “generali”, interi gruppi e sezioni che consegnano tessere e incarichi.
Avverrà un processo di disgregazione e frammentazione. Occorre tenersi pronti affinché il trauma aiuti a separare il grano dal loglio. Raccoglierà frutti chi ha ben seminato.
NOTE
questo partire allo sbaraglio meriterebbe qualche spiegazione in più che non sia l’errore e la stupidità
Tutto questo era già chiaro del corso dello sgonfiamento del movimento antigoverno
Probabilmente l’errore più grande che si è commesso nell’ambito del Movimento NoGreenpass è stato quello di “accogliere” personaggi come Paragone e Rizzo (…personaggi che, NON DIMENTICHIAMOLO, fino a qualche mese fa ostentavano anche loro la “mascherina” e dicharavano ufficialmente di “sostenere la campagna vaccinale”… personaggi che SOLO RECENTEMENTE si sono avvicinati al Movimento NoGreenpass e che non si sono MAI visti nelle proteste di piazza dell’agosto-ottobre 2021), assumendo nei loro confronti un atteggiamento di “timore reverenziale” per il solo fatto che essi avessero già una certa esperienza politica. In tal modo questi personaggi si sono sentiti in diritto di “dettare le loro regole” (…le tipiche regole della casta politica…) provocando l’allontanamento di tanti “militanti” della prima ora che si erano battuti VALOROSAMENTE sin dal primo momento contro la dittatura sanitaria. Se proprio quei personaggi dovevano essere accolti nel Movimento NoGreenpass in vista delle elezioni, dovevano essere accolti “ALLE NOSTRE CONDIZIONI”, non alle loro.
Francesco F.
Manduria (Ta)
P.s. in quest’ottica io continuo a ritenere Teodori MOLTO più coerente e affidabile dei personaggi sopra citati.
Nave senza nocciolo ingran tempesta..
Italia sovrana e popolare ha tentato di mettere insieme più forze possibili. Sono gli unici ad averci davvero provato, siamo umani e non sempre le cose vengono al meglio. Ma per coerenza e per la volontà di aver risposto alla chiamata popolare meritano rispetto e il voto.
Giovanni, da Genova
Non sei informato… Diciamo che «così è, se ti pare»
Uno sfacelo prevedibile anzi previsto … e riflessioni per il dopo elezioni.
Come sempre le destre politiche tutto fanno meno che litigare quando si tratta di arrivare al potere (che prima si conquista e poi magari si ripartisce).
Una regola che vale tanto per i deliquenti per il bottino che per i politici che vogliono governare.
Non così per tutti coloro che si definiscono “antisistema” o con bestemmia politica “di sinistra” , i quali non sono “volgarmente” interessati a conquistare il potere come le destre, ma hanno l’ obiettivo unico di difendere la purezza ideologica delle proprie posizioni, di gruppo o magari anche ridicolmente di singoli.
Che il rivoltante spettacolo al quale assistiamo fosse prevedibile o anzi quasi sicuramente previsto (facile capire perché il governo è caduto proprio in questo periodo e chilo ha fatto cadere calcolando il prevedibile risultato elettorale facilmente raggiungibile di fronte ad un’opposizione inesistente).
Dunque dalle urne non potrà uscire che una brutta copia di quanto già abbiamo da lungo.
Se vogliamo essere però ottimisti possiamo unicamente pensare al che fare dopo o anche subito: lavorare per creare un’opposizione popolare ancorata sul terreno, cioè ricreare un partito popolare non partendo dallal “rete”, ma dalla base.
Caro Pasquinelli, ma lei pensava davvero che si potesse costituire in quattro e quattr’otto un unico raggruppamento monolitico che si presentasse sotto un unico simbolo? Ma non era lei che ripeteva l’adagio “marciare divisi per colpire uniti”? Al di là di errori scusabili in questa fase concitata prima delle elezioni, il suo giudizio non solo è sferzante ma è ingeneroso.
Dare del peracottaro a Francesco Toscano, uno dei più brillanti, infaticabili e strenui oppositori del governo Draghi e delle sue politiche liberticide, sin dalla prima ora, è un gesto di pura abiezione.
Chissà se un giorno dovrà scusarsi per questa improvvisa pugnalata alle spalle da parte di uno che gli doveva essere amico.
La sua analisi politica, di solito così acuta, è ora sopraffatta dal livore personale.
Facendo così, degenerando sul piano dei rapporti personali, evidentemente incrinati, in politica non si costruisce niente e si finisce per fare il gioco dei nostri nemici.
Cordiali saluti
Ma che c’entra il “blocco monolitico”?
Noi chiedevamo un’alleanza, ALLEANZA, ovvero un patto in vista delle elezioni. COLPIRE UNITI appunto; quindi MARCIARE SAPARATAMENTE, perché in un’alleanza ogni soggetto avrebbe mantenuto la propria indipendenza.
“Pugnala alle spalle” a Toscano.
Una critica per quanto dura non è una pugnalata (mettiamo da parte il moralismo). Alle spalle??? Me se la critica è pubblica.
Troppe cose le sfuggono, non per colpa sua, perché non è al corrente di come le cose sono andate maturando nell’ultimo anno.
Siamo alla sostanza: ci sono quattro liste, antag oniste e in aperta competizione (com’è ovvio quando si tratta di elezioni e si va divisi). Questa divisione si giuistifica a causa di serie e profonde differenze politiche? Assolutamente no.
E allora perché mai la divisione?
Noi abbiamo dato una risposta.
Lei se ne dia una.