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PER LA RINASCITA DELL’ITALIA, ATTRAVERSO L’ECONOMIA REALE E L’OSSERVANZA DELLA COSTITUZIONE di G. Paragone, T. Alterio, M. Pasquinelli, M. Scardovelli, P. Maddalena

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“Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia”

L’emergenza sanitaria finirà, quella economico-sociale che bussa alle porte sarà invece davvero devastante. L’epidemia ha infatti colpito una società già profondamente indebolita da decenni di scellerate politiche predatorie. La pretesa neoliberista di averci privato della sovranità nazionale, consegnandola all’Europa e ai mercati, ha indebolito le nostre difese immunitarie.

Anni di austerità in nome del rispetto dei vincoli europei hanno devastato il tessuto economico produttivo dell’Italia, spolpato la sanità pubblica, distrutto lo stato sociale. Tutto questo ha spalancato le porte alla finanza internazionale e alle multinazionali che hanno acquistato a buon mercato gran parte delle nostre ricchezze e del nostro patrimonio pubblico.

E’ arrivato il momento di dire basta al sistema neoliberista e a questa Unione Europea.

Quando il male è profondo la terapia non può che essere radicale. La recessione è già in corso, per sventare il pericolo che diventi catastrofica, per evitare che milioni di italiani siano gettati sul lastrico, occorrono misure drastiche, occorre avere una visione chiara e radicale che vada in una direzione opposta rispetto a quella fin qui imposta dall’Unione Europea e dalla nostra classe politica.

Davanti all’emergenza chiediamo al governo di adottare un piano che metta in sicurezza il Paese e che ponga le basi per una rinascita dell’Italia basata sui principi della Costituzione repubblicana.

Tra i primi provvedimenti urgenti:
1)  Sostenere chi è senza lavoro e senza reddito seguendo criteri di equità e semplificando le procedure di accesso agli aiuti.
2)  Sospendere mutui, prestiti e tasse per i cittadini in difficoltà.
3)  Concedere prestiti a fondo perduto per tutte le aziende, gli esercenti, gli agricoltori e gli artigiani affinché possano riprendere le loro attività.
Passata l’emergenza non si può e non si deve tornare allo status quo ante.  Ma chiediamo di:

1)  Tenere presente che lo Stato italiano ha mantenuto il potere di emettere  “moneta di Stato a corso legale”  (art. 117, comma 1, lett. e) Cost.); fatto che non c’è impedito, né dai Trattati né dallo Statuto della Bce); spendibili nel territorio italiano; ritenere che alla luce di quanto dispone la Convenzione di Vienna sui Trattati internazionali, nella situazione che si è creata, è possibile abrogare le ”leggi di ratifica” dei Trattati di Maastricht e di Lisbona, nonché dei Trattati relativi al WTO, al FMI e alla Banca mondiale degli investimenti;

2) Separare la banche commerciali dalle banche d’investimento. Trasformare Cassa Depositi e Prestiti e MCC, da Spa in “Enti pubblici”, che devono servire a soddisfare i diritti fondamentali dei cittadini, mentre il fine delle Spa è di soddisfare gli interessi economici dei “soci”. Tenere presente che la Banca d’Italia, potendo creare denaro dal nulla, deve esercitare la funzione di prestatore di ultima istanza.

3) Abrogare le leggi che consentono la finanziarizzazione del mercato (cartolarizzazioni, derivati, ecc.);

4) Porre in essere tutte le attività di carattere amministrativo e contabile al fine di individuare quella parte del debito pubblico derivata dalla speculazione finanziaria, da dichiarare inesigibile, alla luce di quanto prevede la Costituzione in ordine ai diritti fondamentali del cittadino;

5) Bloccare tutte le privatizzazioni, le cartolarizzazioni e le svendite del patrimonio pubblico. Nazionalizzare, come prevede l’art.43 della Costituzione, i servizi pubblici essenziali (nazionali e locali), “le fonti di energia” (acqua, luce, gas, industrie strategiche, fonti di produzione della ricchezza nazionale, ecc.); e le situazioni di monopolio. Far rientrare tali beni nel concetto di “demanio pubblico”, e cioè di proprietà collettiva demaniale del popolo rendendoli inalienabili, inusucapibili e inespropriabili. Incrementare lo Stato sociale e l’intervento dello Stato nell’economia.

6) Agire sul piano giudiziario contro le devastazioni ambientali, i contratti capestro con privati faccendieri o multinazionali straniere, considerando i cittadini, singoli o associati (art. 118 Cost) come parti della comunità statale (art.2 Cost), titolari di eguali diritti fondamentali, chiedendo ai giudici di far annullare le leggi incostituzionali dalla Corte Costituzionale.

E’ giunto il tempo di far ricorso al diritto di Resistenza di cui parlava Dossetti, al “potere negativo del popolo”, il quale è titolare dell’ultima parola quando, come accade da tempo, la  Costituzione viene violata. E’ tempo di uscire dalla gabbia di questa Unione europea e dell’euro senza alcun tentennamento o ambiguità. Essere un Paese sovrano non significa isolamento, ma, al contrario, significa essere un Paese libero capace di rapportarsi in modo paritario con gli altri Paesi. Essere sovrani significa liberarsi da una schiavitù per migliorare le nostre vite.

Dobbiamo essere la scintilla capace di risvegliare gli italiani sopiti, impauriti e senza speranze e, per questo, abbiamo tutti un compito grande: liberarci da questo senso di impossibilità, di impotenza, dalla prigione interiore in cui siamo finiti, per tornare ad essere un Paese grande come eravamo.

È questo il tempo di rinascere!

E’ giunto il tempo di costruire un partito che attui la Costituzione e ci liberi dalla gabbia europea!

Ce la faremo uniti!

Firmatari:

Gianluligi Paragone, Tiziana Alterio, Moreno Pasquinelli, Mauro Scardovelli, Paolo Maddalena

 

9 pensieri su “PER LA RINASCITA DELL’ITALIA, ATTRAVERSO L’ECONOMIA REALE E L’OSSERVANZA DELLA COSTITUZIONE di G. Paragone, T. Alterio, M. Pasquinelli, M. Scardovelli, P. Maddalena”

  1. Alberto Conti dice:

    Il risparmio finanziario italiano viaggia sui 4.000 miliardi di euri.
    Basterebbe intercettarne almeno la metà con degli EUvirus-bond annuali emessi dal Tesoro e riservati ai residenti, con interesse fisso al 1,5% esentasse, senza intermediazione bancaria all’emissione (si acquistano direttamente dal Tesoro su prenotazione a partire da un mese prima).
    Con in pancia 2.000 miliardi aggiuntivi lo Stato italiano può fare faville. Che dire agli altri “partner” dell’eurosistema? Avete voluto la bicicletta competitiva, pedalate!
    I 30 miliardi all’anno di interessi si possono ricavare da corrispondenti tagli alla “Difesa”. Doppio vantaggio: indebolire la NATO vuol dire salvarci le chiappe da un eventuale conflitto voluto dagli psicopatici guerrafondai americani e loro quisling stolti, norvegesi o nostrani non fa differenza.
    Alberto Conti

  2. barbara dice:

    Emergenza coronavirus e crisi economica: come uscirne
    http://appelloalpopolo.it/?p=57222

  3. Vincenzo dice:

    Appello ” Fahrenheitt 451″
    Riprendiamoci la nostra Costituzione prima che oe signori ce l’ha brucino ed evadiamo dall’ europa picccola piccola

  4. otto dice:

    sottoscrivo consapevolmente!!!

  5. Elio Trocini dice:

    Seguo da anni le analisi di Maddalena, le considero condivisibili e inattaccabili in quanto sono radicate nella nostra Costituzione. In questo momento è fondamentale unire tutte le forze che si oppongono al blocco reazionario e ultra liberista, resistere e contrattaccare. La parte del documento che non condivido è l’esigenza di fondare un partito, l’impegno oggi è quello di costruire un fronte ampio di forze omogenee negli obiettivi da realizzare, non creare ostacoli e non incagliarci in dispute che ci distolgono dall’impegno principale.

    1. Sollevazione dice:

      Caro compagno,
      l’esperienza degli ultimi 10 anni ci insegna che un fronte non prenderà mai vita se non ci sarà un soggetto catalizzatore, agglutinatore e unificatore. Il partito di cui si parla nel documento in questione è appunto lo strumento che deve dar vita al fronte popolare e costituzionale più ampio possibile.

      1. Gianluigi cortellini dice:

        Perché compagno?mi sembra riduttivo solo un “comunista “può essere d’accordo con quello che c’è scritto?non sono d’accordo. Io non sono di sinistra ma condivido in pieno l’articolo che ho appena letto,se vogliamo riprenderci le nostre libertà dobbiamo unire le nostre forze e quando ci saremo riusciti torneremo a confrontarci con le nostre idee,anche diverse,meno male,se saremo divisi avranno già vinto e a noi non ci restera che sottomettersi.

  6. Anominous dice:

    Utopia. Pensare di realizzare tutto ciò – per inciso pienamente condivisibile – in modo democratico, a me pare utopia.

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