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SE NON ORA, QUANDO? P101 si dissocia dal “Piano di salvezza nazionale” lanciato da alcuni tecnici

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Comunicato n. 4/2020 del Comitato centrale di Programma 101

Non è il tempo delle mezze misure. Non è il momento delle illusioni. Piuttosto è quello della più ampia mobilitazione popolare per liberare l’Italia dalla gabbia dell’UE e dell’euro. Per questo Programma 101 si dissocia con decisione dal “Piano di salvezza nazionale” lanciato da alcuni tecnici ed economisti.

Sentiamo il dovere di rivolgere loro una critica fraterna quanto ferma. Talvolta gli errori sono peggio dei crimini.

Il primo gravissimo errore degli autori del “piano” è che esso evita accuratamente di nominare il nemico, il sistema neoliberista ed eurista che ci ha portato in questa situazione. Il secondo consiste nel credersi più furbi del nemico, coltivando la puerile illusione che esso possa essere raggirato con qualche trabocchetto monetario e fiscale. Il terzo errore, micidiale, è quello di disorientare il campo popolare (l’unico su cui poter far leva per la liberazione), facendo credere che il nemico è tonto, che quindi si potrà schivare lo scontro ipnotizzandolo con trucchetti da illusionisti. Il risultato politico è che, proprio nel momento in cui la maggioranza dei cittadini italiani va prendendo consapevolezza che occorre spezzare le catene dell’Unione europea, si fa credere loro che ci sia una confortevole scorciatoia.

I promotori del “piano” — alcuni di loro lo hanno scritto apertamente — vorrebbero salvare capra (l’economia nazionale) e cavoli (l’appartenenza all’eurozona). Ma ciò non è possibile, dodici anni di crisi sono lì a dimostrarlo. Di fronte ad una situazione grave come questa, mentre l’intero edificio dell’UE sta tremando, bisogna decidere da quale parte stare.

Beninteso, non siamo contrari a tutte le misure proposte. Alcune sono simili a quelle avanzate da Liberiamo l’Italia nel documento “La vera via d’uscita – Proposte per evitare la catastrofe dell’Italia“. Ma esse hanno un senso solo come strumenti per ottenere l’Italexit.

Questa è la differenza politica fondamentale. I promotori del “Piano” — alcuni dei quali si sono già pubblicamente pronunciati non a caso per l’arrivo di Draghi a Palazzo Chigi! — vorrebbero fare la frittata senza rompere le uova. Non per nulla gli obiettivi del “Piano” non vengono proposti come base di una mobilitazione, ma come suggerimenti all’élite neoliberista, come consigli al governo.

La nostra visione è del tutto opposta. Non crediamo che gli attuali governanti e politicanti neoliberisti accetteranno lo scontro con Bruxelles, Berlino e Francoforte facendo crollare l’Unione europea. Mentre è alla battaglia che bisogna prepararsi. Seminare l’illusione opposta è dunque semplicemente irresponsabile.

La verità è che da questa crisi non se ne esce senza uscita dalla gabbia europea. La verità è che solo facendo appello al diritto di resistenza dei cittadini, solo una sollevazione popolare potrà salvare l’Italia dalla catastrofe in arrivo. Le proposte tecniche sono le benvenute se aiutano il percorso di liberazione. Se invece intrappolano e disorientano gli italiani sono da respingere.

Per questo la nostra dissociazione politica dal “Piano” è netta e radicale. Non ci sono, nel marasma in cui siamo, né “pasti gratis”, né comode scorciatoie da percorrere per aggirare l’ostacolo. C’è solo la strada della piena riconquista della sovranità nazionale, popolare e costituzionale. Del resto, se non ora quando?

Fonte: Programma 101

14 pensieri su “SE NON ORA, QUANDO? P101 si dissocia dal “Piano di salvezza nazionale” lanciato da alcuni tecnici”

  1. Roberto dice:

    Basta!!! ITALEXIT. Se non ne usciamo adesso saremo dominati e schiavizzati dai barbari. Ricordatevi che quando eravamo la patria della cultura, questa gente andava in giro con le corna sull’elmo. Ma siamo diventati così inermi e vigliacchi? Italiano svegliati!!!!

    1. Gino Chabod dice:

      quali nell’immediato?

    2. Gino Chabod dice:

      il Piano di Salvezza Nazionale non esclude che si possa uscire dall’€ una volta usciti dall’emergenza. E’ una buona risposta immediata intanto e poi nulla vieta che si possanofare battaglie per l’uscita,

  2. Michele dice:

    E arrivato il momento di prendere drastiche decisioni

  3. GioC dice:

    Ritengo un errore non aderire. E’ di fatto un tentativo trasversale di unione intorno ad un programma che rompe con il paradigma economico attuale. I promotori di diversa cultura e derivazione politica hanno una certa credibilità . Un programma dirompente e sicuramente inaccettabile all’interno della gabbia della UE . Hanno fatto un casino per i minibot, figurati un programma del genere. Si tratta comunque di un passo avanti verso un obbiettivo comune. Restare duri e puri ed isolati non giova a nessuno .

    1. Gino Chabod dice:

      molto d’accordo

  4. Fabio dice:

    Ho letto e riletto il Piano, compreso i 5 allegati e la proposta di legge.
    A conti fatti, la vostra critica è fondata. Tutto ciò che dite è vero.
    A questo punto mi auguro di cuore che Maddalena, Paragone, Scardovelli, Alterio, Pasquinelli vadano avanti senza tentennamenti.

  5. Aldo Zanchetta dice:

    Invece di dissociarsi credo si dovrebbe rentare di intavolare un dialogo.
    In tempi di conavirus quanti approverebbero l’uscita dall’Europa? Anche si il malcontento è cresciuto vista la posizione della Van Der Leyden, in giro c’è anche paura e questa non facilita decisioni così complesse, che comunque richiedono tecnicamente un certo tempo, e tempo non ne abbiamo per affrontare la situazione politico-economica.
    Più comprensione penso ci sarebbe invece per il Piano di Salvezza Nazionale, che se funzionasse sarebbe una piattaforma credibile per il passo successivo.
    Ma temo che ancora una volta il tutto o nulla ci lasci con nulla in mano.
    Aldo Zanchetta

  6. Graziano PRIOTTO dice:

    Concordo e sottolineo il titolo è la miglior risposta a tutte le possibili obiezioni

    Nessuna rivoluzione è mai stata fatta in tempi di benessere o con trattative. Il giogo non si rompe senza decisioni coraggiose.
    La Bastiglia non è stata preso con una passeggiata domenicale e nemmeno il Palazzo d’Inverno con manifestazioni tipo “sardine”.
    Chi immagina spazi di trattativa con l’UE continua a vederla come costruzione ideale ignorandone il volto cinico e le forze che la muovono.
    L’ Olanda non fa altro che il gioco delle parti, come il lbuffone che si manda in avanspettacolo. Il potere di veto sugli eurobond è invece tutto ed esclusivamente in mano tedesca. E va compreso che cosa significherebbe per la Germania accettare un sistema in cui la sua posizione egemone come garante privilegiata del credito (che infatti le consente di ricevere prestiti a tassi negativi !) venisse a mancare poiché messa in comune con tutti gli altri paesi dell’Unione monetaria.
    La Germania ha imposto sacrifici pesantissimi ai propri cittadini (i meno abbienti ovviamente, con moderazione salariale, pensioni basse – 50 % dell’ultimo salario, tassate con incremento annuo dal 2005 in poi fino a raggiungere il 100 %) . A rischio di povertà sono ormai milioni di pensionati e lavoratori in subappalto (la “flessibilizzazione” del lavoro consente alle ditte di pagare fino ad1/3 in meno per le identiche mansioni addetti presi in “subappalto”), per non parlare delle zone salariali e pensionistiche della ex RDT, colonializzata e la cui industria è stata distrutta per eliminare concorrenza a buon mercato alle ditte tedesco occidentali. Grazie a questi sacrifici, che hanno saputo imporre con destrezza e grande cinismo ai prorpi cittadini , i governanti tedeschi – socialdemocratici prima e cristiano democratici poi – con appoggio dei “Verdi” ove invevitabile, ha potuto mettere fuori mercato gran parte del resto d’Europa. Che i lavoratori greci, italiani e spagnoli o portoghesi stiano peggio di quelli tedeschi e abbiano maggior timore della disoccupazione è dunque assolutamente indispensabile per mantenere la ferrea disciplina del lavoro in Germania e continuare le politiche neoliberiste. Non si tratta quindi nel caso degli “eurobond” o “coronabond” di un atto di solidaritá che si chiede alla Germania, bensí della rinuncia ad un posizione di egemonia conquistata senza scrupoli né riguardo ai suoi stessi cittadini, una politica irrinunciabile benché miope e folle :la moderazione salariale dei trascorsi decenni sta facendo emergere una crescente povertà dei pensionati che imporrà tagli penosi e soprattutto pericolosi allo stato sociale già in continuo smantellamento. In realtá sarebbero i lavoratori tedeschi e le classi di impoveriti in continua crescita in Germania a doversi alleare coi lavoratori degli altri Paesi per combattere il comune nemico neoliberista. Anche per questo motivo, andare a trattare con gli sfruttatori di altri lavoratori è non soltanto inutile ma doppiamente negativo poiché nasconde il vero problema.

  7. Diana DE Pietri dice:

    Mi piacerebbe che qualcuno, Malvezzi ad esempio commentasse l’intervista di Zibordi su Come Don Chisciotte di ieri. Quello che ha detto mi é sembrato molto interessante ed inedito. Non tanto la parte su Draghi, cuanto quella sulla proposta economica di emergenza. Le banche diano il denaro che serve direttamente allo stato. A suo avviso in questo momento sarebbe l’unica soluzione possibile in quanto immediata. A intuito mi sembra che abbia ragione. Peró io di economia so poco. Grazie.

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  10. bernardo dice:

    Sono addolorato, molto addolorato.
    Ancora divisioni!
    Personalmente sarei più che favorevole all’uscita dall’euro e da questa Europa della finanza e dello sfruttamento di persone, risorse, …di tutto per una crescita insensata, impossibile in un pianeta finito.
    Ma noi che siamo qui a leggere/ragionare, anche se non siamo economisti, sono anni (chi più chi meno) che ci documentiamo e sappiamo che non avremmo dovuto entrarci o avremmo dovuto uscirne da molto tempo: ma siamo una minoranza, anche se molti stanno aprendo gli occhi sulla UE.
    Non credo alle rivoluzioni violente: non hanno dato cambiamenti positivi e duraturi e non la vedo realizzabile oggi una insurrezione di popolo: le persone sono terrorizzate dal virus e denunciano chi esce di casa figuriamoci se le convinci a dare l’assalto ai palazzi del potere …e se anche fosse poi cosa fai? chi ha l’organizzazione per gestire un paese in ginocchio e con tutto il mondo, o quasi, contro. Per favore stiamo con i piedi ben saldi a terra.
    La maggior parte delle persone sono assuefatte a questa falsa tranquillità e sono anche fin troppo terrorizzate dal virus: per quel che ho potuto verificare, con le poche persone normali (=quelle che vedono solo le varie tv da sempre …e che sono la maggioranza purtroppo) con cui ho parlato, è già difficile far capire che possiamo fare una moneta interna (e le altre soluzioni proposte dal patto di salvezza nazionale) senza uscire dalla UE, figuriamoci fargli capire che è possibile ed il futuro sarebbe molto migliore uscendo da UE ed euro (dopo le difficoltà iniziali).
    Allora perchè non mettersi ad un tavolo (virtuale vista la situazione) e trovare un modo di uscire dalle contrapposizioni uniti, compatti …so che è possibile MA BISOGNA VOLERLO!
    Ci sono gli strumenti della comunicazione non violenta: l’aiuto di facilitatori e lo sforzo di ognuno per mettere da parte il proprio ego ed ascoltare senza pregiudizi gli altri. L’ho provato e so che si può fare e che funziona, bisogna solo volerlo: se invece si rimane ancorati alle proprie idee, impostazioni, programmi …si rimane divisi ed avremo perso un’altra volta, un’altra occasione.
    Avremo fatto il miglior regalo al nemico comune: ci saremo divisi (come da copione già visto infinite volte) da soli senza nessuno sforzo del nemico!
    Non posso che sentirmi ADDOLORATO E SENZA SPERANZE: forse è veramente inutile informarsi, ragionare e cercare di divulgare notizie, visioni, possibilità diverse da quelle dominanti, bisogna cercare dell’altro per uscire da questa follia o ..

    1. Sollevazione dice:

      Gentile Bernardo, non possiamo che confermare quanto scritto nell’articolo che lei sembra non abbia apprezzato. L’unità che noi auspichiamo, deve avere una base solida, che tiene conto della situazione castastrofica in cui siamo piombati. Noi siamo per l’unità ma su una base politica chiara e forte che prepari la svolta radicale di cui il Paese ha bisogno.
      Ps: da dove lei deduca che gli italiani non capirebbero la necessità di uscire dalla gabbia dell’euro (fra l’altro euro in tasca non ne hanno da difendere), è un mistero avvolto in una fitta nebbia. Dovrebbe sapere che tutti i sondaggi fatti anche da organismi europei blasonati, ammettono che c’è una maggioranza a favore dell’uscita. Non scambi le sue paure con quelle di chi a causa dell’euro e dei vincoli europei non riesce a mettere assieme il pranzo con la cena.
      Ps2: rivolga a chi ha scritto il Piano di salvezza nazionale, la stessa preghiera di unità.

      1. bernardo dice:

        Certo farò anche a loro la stessa richesta di unità.
        Ho scoperto ieri questa divisione: avevo sentito Scardovelli su byoblu e pensavo che il piano di salvezza nazionale fosse condiviso anche da lui e Maddalena.
        Mi sarebbe piaciuto anche sui beni comuni un confronto, anche aspro ma rispettoso, tra Maddalena e Mattei …
        Oggi ho sentito una intervista di Zibordi ( https://comedonchisciotte.org/dialogo-con-zibordi-su-mario-draghi-e-sulla-serrata-coronavirus-diretta-comedonchisciotte/ ): anche lui dice cose interessanti e che sarebbe utile valutare: anche se Draghi non mi piace neanche un po’, quello che ha detto mi ha fatto riflettere e penso che sia questo l’atteggiamento necessario per superare le divisioni ed arrivare ad un progetto comune e fortemente condiviso.
        Le mie paure vengono dalla conoscenza della mentalità di persone semplici, molte anziane, la cui unica fonte di (dis)informazione è la televisione e che si sentono tranquille perchè in pensione o comunque persone per cui è difficile pensare-accettare scossoni …e che sarebbero portate istintivamente a difendere chi detiene il potere …purtroppo.
        Sono vecchio anche io, ho visto il ’68 …senza capirlo e mi sono svegliato un paio di anni dopo: poi sono stato in LC …e dopo in tanti modi ho cercato – ed ancora cerco – un mondo migliore. Ma non credo più alle rivoluzioni violente: sono convinto, per le mie esperienze, che la più importante rivoluzione è quella che possiamo fare dentro di noi …con il ns. ego (ma Scardovelli su questo è sicuramente più esperto di me). Non ritengo di averla realizzata (probabilmente non basterà questa vita) ma senza questo mettersi in discussione continuamente credo che sia difficile realizzare qualcosa di duraturo, che non sia risucchiato e digerito dal sistema di potere capitalistico-neoliberista. L’unica cosa che mi disturba (ma spero di sbagliare) nel leggere le vs pagine è l’impressione di completo possesso della verità nelle vs posizioni-analisi-scelte …un riaffiorare di sensazioni di dogmatismo marxista-leninista dal mio passato.

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